Massimo Navarrel'Adepto spaventato si scusò per quell'intrusione, ma come biasimarlo!, non era l'unico rimasto affascinato dalla bellezza della ragazza non che coscritta, addirittura il giovane novellino aveva anche scommesso contro gli altri compagni assassini che sarebbe riuscito ad intrufolarsi nella stanza, beh! la scommessa in parte l'aveva vinta...se usciva intero e con ancora i gioielli di famiglia intatti ù_ù.
Non osò liberarsi subito dai coltelli, anche perchè la mora continuava a lanciarne in aria uno quasi come se fosse pronta a colpirlo di nuovo se avesse tentato di muoversi, quindi, sotto interrogatorio di Aurora, spiegò che il cavaliere si trovava non poco lontano dal Pantheon e girovagava in quella zona per far compere.
Gli diede anche una dettagliata descrizione per esser sicuro che non sbagliare persona: il cavaliere era abbastanza alto, aveva i capelli biondi e corti, barbetta e baffetti non troppo accennati, occhi azzurri di cui sul sinistro si notava perfettamente una cicatrice, quindi avrebbe fatto comodo ad Aurora sapere che da quell'occhio probabilmente non vedeva bene e poteva sfruttare quel lato per pedinarlo senza farsi vedere.
Portava un mantello lungo, nero dall'interno rosso ed anche il resto degli abiti che indossava erano neri e non portava armature pesanti, ma probabile una in cuoio.
Sotto al mantello infine nascondeva uno Stiletto e una spada Orientale.
Un ultimo segno per riconoscere il cavaliere era uno stallone nero che si portava sempre apresso come compagnia, sulla sella si poteva notare la fodera di una spada e di una balestra.
Armato com'era insomma c'era da far molta attenzione a quell'uomo, seppur non avesse dato tanto sfoggio delle sue abilità.
ç.ç posso...liberarmi aurora?Piagnucolò il giovane dopo l'interrogatorio...
Nel frattempo...Massimo stava passeggiando tranquillo per le strade romane, osservandone le bellezze dell'archiettura e i disagi delle persone povere che vagavano senza una meta.
Doveva ammettere che la città dopo tutto non era così male, alcune zone sembravano essere migliori.
Aveva sentito i pettegolezzi delle nobili che parlavano di un Assassino bello quanto abile che si batteva per il popolo, sapeva a malapena dei Borgia ed aveva imparato a non importunare le guardie che a quanto pare si alteravano anche al solo sfiorarle per sbaglio.
Ma la cosa che lo preoccupava di più era la lettera che ancora si stava portando appresso.
Avrebbe dovuto consegnarla già da 2 giorni, ma era sorto per lui un grande problema, quella lettera sconosciuta di cui non sapeva il contenuto perchè con il sigillo reale, doveva portarla al campo francese di Castro Petrorio.
Se non fosse stata per la presenza al campo del capitano di Phillipe Cezar, forse a quel punto se ne sarebbe già andato da Roma.
A dire il vero non aveva nemmeno l'obbligo di consegnare quel foglio di carta ai suoi occhi inutile, anzi fonte di problemi dato che era un fuggiasco dalla Francia e proprio quel capitano era uno dei suoi aguzzini.
ahh..Golia..sono proprio andato a cacciarmi in un bel guaio...trovassi quell'ingrato di Orlando! gli ficcherei in bocca quella lettera..lamentò seccato al cavallo.
Ormai per Massimo era abitudine parlare alla bestia come ad una persona normale daltronde era l'unico suo fidato compagno di viaggio! E non gliene fregava nulla se agli occhi di altre persone sembrava pazzo.
Loro non potevano capire.
Edited by DarknessDante - 16/8/2011, 22:15